Extravergine di oliva di Coratina: usi in cucina e abbinamenti consigliati
La Coratina è una cultivar simbolo della Puglia. Il suo olio ha carattere deciso: profumi verdi (erba, carciofo, mandorla), gusto amaro e piccante ben presenti grazie all’alto contenuto in polifenoli.
Possiamo considerarla come olio “grintoso” che dà energia ai piatti della tradizione e non solo. Come usarla? A crudo è il top. Un filo a fine cottura conserva profumi e “pizzicore” piacevoli.
Ma l’intensità della Coratina regge preparazioni con gusto deciso.
Abbinamenti consigliati nella cucina pugliese
Orecchiette alle cime di rapa. L’amaro delle cime incontra l’amaro/piccante della Coratina: sapori in armonia. Ottimo giro d’olio a crudo sul piatto.
Pasta al pomodoro “rustica”. Il fruttato verde dell’olio alza i profumi del sugo e della conserva. (Uso a crudo al servizio.)
Fave e cicoria. Piatto icona: la dolcezza della purea e l’amaro della cicoria “abbracciano” il carattere della Coratina. Finitura generosa di olio.
Zuppe di ceci, lenticchie, cicerchie e verdure grigliate (melanzane, peperoni, zucchine): struttura e note verdi dell’olio esaltano il gusto.
Frisella con pomodoro, origano e capperi: bagno rapido in acqua, condita e finita con Coratina per un morso intenso.
Bombette pugliesi alla brace (Valle d’Itria): la grassezza del maiale e del caciocavallo chiama un olio deciso; usa la Coratina come finitura dopo la griglia.
Carni rosse alla brace e selvaggina: l’amaro/piccante pulisce il palato e regala freschezza.
Pesce azzurro o spada/tonno alla griglia: una strisciata d’olio a crudo dà spinta e profumo.
Quando evitare la Coratina?
Il nostro consiglio è di non usare la Coratina su piatti molto delicati, ad esempio pesci bianchi al vapore o formaggi freschissimi. In quei casi, meglio un olio più dolce; per tutto il resto, Coratina senza paura.

